Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne consulta la Cookie Policy. Proseguendo la navigazione acconsenti all’uso dei cookie.

Premessa

Per capire il contenuto delle tre poesie che seguono è necessario spiegarne l'origine o meglio ancora la situazione che le ha ispirate: VESUVIUS 2000 è il nome del progetto della GVES (Association for Global Volcanic and Environmental System Simulation), un'associazione di studiosi che lavora per evitare la distruzione di intere comunità da parte dei vulcani ancora attivi su tutta la Terra. Il progetto sopra detto non ha solo lo scopo di prevenire un'eventuale ed improvvisa eruzione del Vesuvio e quindi evacuare per tempo le zone maggiormente a rischio, ma tra gli obiettivi della GVES c'è anche la messa a conoscenza di tutti i cittadini del grave problema che incombe sulle nostre teste e cioè il rischio vulcanico.
Nella prima poesia, "STATEVE ACCORTE", si può notare che la montagna viene paragonata ad un imbroglione e quindi c'è l'invito a non lasciarsi ingannare né dalla sua bellezza né dalla sua calma apparente; nella seconda, "VESUVIUS 2000", è messo in evidenza il fatto che il rischio vulcanico viene trascurato e sottovalutato dalle autorità locali, infatti ad occuparsene è un americano, il prof. Flavio Dobran, Presidente della GVES; nell'ultima poesia, "SPERIAMMO CA QUACCUNO CE SENTE", si parla della mancanza di ascolto da parte delle autorità verso gli appelli lanciati dall'associazione anche attraverso manifestazioni svoltesi a Pietrarsa (Napoli).
Le tre poesie mi furono chieste dalla mia insegnante di scienze, socia della GVES, per due delle manifestazioni sopra dette, ed è così che ho cercato di cogliere i punti principali del progetto VESUVIUS 2000.

Indietro

Newsletter
Iscriviti alla Newsletter per conoscere le novità del sito
Iscrivimi
Cancellami



Portafoglio
Tophost Hosting